EGLE

Mia nonna ha un tumore grande come metà della mia mano.

Il medico dice che sta volta non riuscirà a cavarsela come l’altra.

Dice che bisogna operarla d’urgenza.

Dice che non sa se ce ne sono altri da altre parti.

Mio nonno dice che, a lei, non bisogna dire niente.

Omertà.

Di distanze tra persone.

Ho ricevuto l’ordine di non muovermi. Ho ricevuto l’ordine di tacere.

Lei si chiama Egle.

E’ stata la mia mamma spesso perché la mia era impegnata a lavorare e distruggersi a causa di mio padre.

Non è mai stata espansiva o affettuosa con i gesti.

Silenziosa mi ha sempre regalato la sua forza.

Mi ha insegnato che cos’è il vibrare per l’arte, l’amore e la cultura.

Mi ha insegnato che a volte, se cerchi, puoi trovare i quadrifogli.

‘Partire è un po’ come morire.’

Saremo sorelle in questo.

Nel caso che una di noi se ne vada.

2 Comments

  1. E’ la realtà che ci porta alla realtà dei fatti, dolorosamente. Sono treni su cui bisogna salire: ci fanno attraversare i giorni, le ore i minuti. E s’intrecciano le voci, le parole, le incombenze, i diari spiccioli del cuore.

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