L’ACCETTA

Ti ascolto. E.

Alla fine lo devo accettare. Che sono fuori come un balcone, intendo.

Credo di essere arrivata al punto dove mi rimane solo una scelta.

Accettarlo.

Sono convinta di una cosa e alla fine mi ritrovo a fare l’esatto opposto e a chiedermi:

– ma a che diavolo ho pensato prima?-

FOLLIA.

Come se fosse un’ altra. ME. E allora che sia.

Mi sento acqua. Espansa. E densa.

Provo a scappare non appena riesco a tenermi ferma.

Ricordo esattamente l’inflessione delle tua voce mentre dicevi di non voler capire.

Era una preghiera tonda e disperata.

Compiaciuta del suo stesso non potersi avverare.

Non importa, ti dico.

Nessuna forza del mondo può essere usata per costringere qualcuno ad ascoltare.

Nemmeno la mia.